lunedì 17 novembre 2008

COMA SI FA A PILOTARE UN AEREO? (parte 1)

Introduzione:
La risposta sembra semplice, diciamo che sono 3 le manovre a cui un pilota deve fare attenzione: il decollo, la crociera e l’atterraggio; praticamente sempre.
Quello che esprimo non è esaustivo per la trattazione della materia, considero queste nozioni come indicazione per pensare a pilotare. La strada migliore per imparare a volare è quella di affidarsi ad istruttori competenti e non avere fretta. Su questo tema è più quello che si scrive o che si discute di quello che si deve fare.
Mi ripete sempre un amico saggio:
"è meglio restare a terra con il desiderio di volare, che in volo con il desiderio di atterrare"

Prima di procedere è opportuno osservare e spendere due parole sulla forma della sezioni delle ali: il bordo anteriore è arrotondato, la superficie inferiore piana, quella superiore è curva per terminare al bordo posteriore che è appuntito poiché qui le due superfici terminano ricongiungendosi; questa forma è chiamata profilo alare o profilo aerodinamico.

Quando l’aereo corre sulla pista le ali dividono l’aria che si ricombina nella parte posteriore dell’ala, questo fenomeno porta ad avere 2 velocità differenti dell’aria, una normale al di sotto dell’ala e una più veloce sul bordo superiore. La maggior velocità dell’aria sulla superficie superiore fa si che si crei una minore pressione ciò fa sì che le ali tendono a sollevarsi, si sviluppa così la portanza (una specie di attrazione dell’aria sulle superfici superiori).
Alla portanza agisce in contrapposizione il peso, la prima forza spinge verso l’alto, la seconda verso il suolo; altre due forze in contrapposizione sono la spinta in avanti data dal motore ostacolata dalla resistenza dell’aria.

Quando si pilota un aereo bisogna tenere presente la particolarità dell'effetto continuato dei comandi e cioè che i comandi dell'aereo, la cloche o la barra di comando, non deve essere utilizzata come il volante dell'automobile (essere tenuto girato per tutta la durata della curva) ma devono essere solo impostati e poi bisogna riportare i comandi al centro.

Per esempio, per effettuare un cambiamento di assetto, come in una virata, occorre impostare una nuova inclinazione, questo si ottiene agendo sulla cloche o il volantino verso il senso di virata e riportandoli al centro una volta che l’aeromobile comincia a cambiare il suo assetto, ottenuta la posizione desiderata, per riportare l'aereo in volo orizzontale occorre agire in senso opposto sui comandi, (stoppare l’azione con un’azione contraria) e infine centralizzarli nuovamente.

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COMA SI FA A PILOTARE UN AEREO? (parte 2)

A) IL DECOLLO:
Alla partenza un aereo deve rispondere ad una check list che definisce la predisposizione dell’aeromobile in un certo assetto.
Per decollare, cioè sollevarsi da terra, un aereo deve correre sulla pista a velocità sempre maggiore finché la portanza sviluppata dalle ali supera il peso dell’aereo e del suo equipaggio.

1) La prima azione del pilota (in questa circostanza) è quella di allinearsi a inizio pista con i flaps inseriti e dare tutto motore.
Uno strumento dà una mano al pilota è l’anemometro che gli indica la velocità VR, questo dato è una velocità tipica per ogni aereo (Velocità di rotazione), raggiunto questo valore di velocità l’aereo su comando del pilota lascia il suolo e passa da uno stato di macchina terrestre ad una macchina aerea. L’anemometro se è colorato nelle differenti sezioni indica nella sezione bianca la massima velocità con i flaps Vfe, (velocità massima con i flaps estesi) questa velocità non deve essere superata nella fase di decollo, che deve fare il pilota?:

2) Al raggiungimento della velocità di rotazione VR il pilota tira verso di se la cloche o il volantino in maniera da sollevare il muso, l’aereo d’incanto lascia il suolo e DECOLLA.
Staccate le ruote dal terreno, l’aereo è in balia delle leggi aeronautiche ed particolarmente, in questa fase per gli aerei muniti di elica, dell’effetto giroscopico la quale fa si che tutti gli aerei ad elica tendano a virare a sinistra (nel senso di rotazione dell’elica), per controllare questo fenomeno:

3) Il pilota deve correggere questa tendenza agendo sui pedali, in questo caso spingendo il pedale destro.
Giunti ad una quota di sicurezza, sempre con la velocità di decollo e con i FLAPS inseriti:

4) Il pilota deve togliere i flaps e ridurre la potenza del motore sino alla potenza di salita in assetto pulito, così facendo l’aereo continua a prendere quota con la tipica velocità di salita.
Ogni aereo ha una sua tipica velocità di salita dato dal manuale di volo è opportuno che il pilota si informi sempre prima del volo delle caratteristiche tecniche dell’aereo che pilota.
Raggiunta la quota desiderata la fase di decollo/salita sono finite possiamo passare alla fase di crociera. Non vi sarà sfuggito che stiamo procedendo sempre nella direzione di decollo senza virare e con un decollo normale.

I decolli si distinguono per 2 modi di agire che si definiscono: decollo rapido e decollo ripido. Per informazione la Vx è la velocità di salita ripida: Velocità che consente il massimo guadagno di quota in relazione alla distanza percorsa, si adotta questa velocità per superare ostacoli a fine pista o per raggiungere rapidamente una quota senza guadagnare distanza, la Vy è la velocità di salita rapida: Velocità che consente il massimo guadagno di quota nell'unità di tempo, in questo caso si guadagna distanza dall’aeroporto ma con una più lenta salita.

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COMA SI FA A PILOTARE UN AEREO? (parte 3)

B) LA CROCIERA
Si parla di volo livellato quando l’aereo avanza in maniera orizzontale, gli aerei sono progettati in modo che in volo orizzontale le ali sono inclinate di un piccolo angolo, che si chiama angolo di incidenza. A questo punto dobbiamo introdurre la definizione della parte posteriore dell’aereo: la coda. La coda si compone di piani stabilizzatori ortogonali, fissi e in parte mobili. La parte mobile della sezione verticale è chiamata deriva, questa corregge ogni tendenza dell’aereo ad imbardare, cioè a deviare di lato, mentre nel piano di coda orizzontale gli stabilizzatori mobili servono a corregge le tendenze dell’aereo a picchiare (andare verso il terreno) o a cabrare (andare verso il cielo).
In quale modo il pilota conduce l’aereo?
Per salire, scendere o virare, il pilota agisce sulle sezioni mobili dei piani stabilizzatori di coda e su altre superfici di controllo posizionate sulle ali: gli alettoni. Il comando di queste sezioni si ha attraverso le pedaliere per la deriva e la cloche o volantino per gli alettoni e gli stabilizzatori di coda.

Ritorniamo a considerare la virata, la virata è la manovra in cui è più importante la coordinazione. Per impostare una virata corretta occorre inclinare l'aereo usando gli alettoni, e farlo girare usando il timone,

1) il pilota agisce sia sulla barra che sui pedali, e agisce correttamente in modo da bilanciare con la forza centrifuga l'inclinazione in modo da avere sempre la forza di gravità apparente lungo la verticale dell'aereo, non solo per evitare di rovesciare i bicchieri sui tavolini dei passeggeri.

2) Occorre, che il pilota, cabri (salga) leggermente per compensare l'aumento di resistenza delle superfici mobili (alettoni e timone), che ridurrebbero la velocità facendo scendere l'aereo. Una volta impostato l'assetto di virata occorre centralizzare i comandi, e l'aereo procede da solo. Se si rimane con i comandi da una parte l'aereo si capovolge.

3) Per coordinare pedali e barra c'è uno strumento che aiuta il pilota, si chiama sbandometro, o pallina, che consiste in una pallina in un tubo curvo, che indica dove è rivolta la forza di gravità apparente.

Se la pallina cade all'interno della virata si è in scivolata, occorre dare più piede per avere più forza centrifuga. Se la pallina viene spinta verso l'esterno si è in derapata, occorre dare meno piede per avere meno forza centrifuga. Questo si riassume nella regola "Il piede spinge la pallina" (che va tenuta sempre al centro). Delle due situazioni descritte, la scivolata, o scivolata d'ala, è sicura e consente di perdere quota rapidamente, mentre la derapata deve essere assolutamente evitata perché può portare l'aereo in vite.Per il volo rettilineo gli aerei hanno un dispositivo particolare detto trim che consente di lasciare i comandi anche per periodi prolungati (in aria calma). I trim sono alette regolabili dal pilota poste sul bordo delle superfici di comando, che le tengono nella posizione richiesta senza fare sforzo sui comandi. Con una corretta azione sul trim il pilota può lasciare i comandi e avendo le mani libere riesce a leggere il piani di volo scrivere annotazioni sul percorso o alla meno peggio fotografare il panorama che si vede dal cielo ecc…

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COME SI FA A PILOTARE UN AEREO? (parte 4):

C) L’ATTERRAGGIO
Si può effettuare l’atterraggio in molti modi, limitiamoci al momento di descrivere un classico atterraggio su una “pista normale”. Atterrare è quella fase dove bisogna riportare l’aereo al suolo, per atterrare bisogna perdere gradualmente quota e velocità impostando un angolo di discesa che conduce alla soglia della pista.
Dal momento che siamo in crociera bisogna per prima cosa diminuire la potenza del motore, automaticamente l’aereo diminuisce di velocità e comincia a perdere quota.
A che punto velocità bisogna giungere e a quale quota?
Aiuta tutti i piloti conoscere il circuito di atterraggio, che cos’è?
Il CIRCUITO DI ATTERRAGGIO è quel percorso che l’aereo dovrebbe seguire per giungere al suolo, è composto da tre segmenti il primo è il SOTTOVENTO (parallelo alla pista ma con direzione opposta), il secondo è chiamato BASE ed il terzo segmento è il FINALE (coincide con la direzione di atterraggio).
Il circuito è definito “circuito sinistro” se tutte le virate si effettuano a sinistra, è definito “circuito destro” se le due virate si effettuano a destra.
Il pilota in queste 3 distinte fasi deve effettuare azioni differenti:

1) nel sottovento deve portare l’aereo ad un assetto ed una velocità tale da poter mettere i FLAPS, dunque la velocità deve essere nell’arco bianco e cioè inferiore alla velocità Vfe

2) in base deve ridurre la quota, riducendo la potenza del propulsore (normalmente si scende di circa 300-500 piedi al minuto è il variometro che ci indica questo dato).

3) in finale può ulteriormente ridurre la velocità aumentando l’angolo di azione dei flaps ma soprattutto deve centrare la pista con quell’angolo di discesa a cui planerebbe l’aereo a motore spento, in modo da poter atterrare anche in caso di problemi al motore. Qualche metro prima di toccare la pista il pilota deve fare la manovra di raccordo.

L’anemometro, come già detto, ha un settore o un arco bianco che al confine superiore indica la velocità Vfe, cioè la massima velocità con i flaps inseriti, mentre la velocità segnalata all’inizio dell’arco bianco è la Vso cioè la velocità minima con i flaps inseriti, Lo stallo avviene quando le ali non riescono a sostenere il peso dell’aereo per cui l’aereo perde la portanza e precipita.
L’anemometro ci indica anche quale è la velocità di stallo Vs1 che corrisponde all’inizio dell’arco verde, arco verde che indica l’arco di velocità normali a cui l’aereo può volare senza problemi, il termine dell’arco verde indica la Vmo velocità massima operativa.
Dal termine della Vmo inizia l’arco giallo la fine dell’arco giallo indica la Vne Velocità massima oltre la quale le strutture dell'aereo possono subire deformazioni permanenti e/o rotture, si è in una zona di attenzione.

Abbiamo citato le seguenti velocità:
Arco verde: Vs1 – Vmo determina le velocità di uso dei flaps
Arco bianco: Vso – Vfe determina le velocità normali di esercizio
Arco giallo: Vno – Vne. determina le velocità di attenzione

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venerdì 7 novembre 2008

QUANTO DURA IL GIORNO E LA NOTTE?

Per dare una risposta esaustiva dobbiamo sapere in che zona del pianeta terra ci troviamo; nel nostro caso siamo in ITALIA, dunque nell’emisfero boreale.

Durata del giorno identica alla durata della notte

In 2 date durante l’anno le ore di luce e di buio sono identiche in tutte le latitudini durano 12 ore ciascuna e corrispondono agli equinozi di primavera (20-21 marzo) e dell’autunno (22-23 settembre).

EQUINOZIO di Primavera: 2009, 2010, 2011 e 2012 : 20 MARZO
EQUINOZIO d’ AUTUNNO: 2009 e 2012 : 22 SETTEMBRE
EQUINOZIO d’ AUTUNNO: 2010 e 2011 : 23 SETTEMBRE

Per definire esattamente la durata “giorno” ovvero le ore di luce, dobbiamo introdurre la definizione di alba e di tramonto; l'alba comincia quando il Sole ha superato di metà l'orizzonte e il tramonto finisce quando il Sole è di metà sotto l'orizzonte. Agli equinozi, il Sole sorge all'esatto est e tramonta all'esatto ovest.

Il giorno più lungo e il più corto

La giornata più lunga per questo emisfero si raggiunge a giugno e la giornata più corta a dicembre le due date corrispondono ai solstizio estivo (20-21 giugno) e al solstizio invernale (21-22 dicembre).

La durata di luce varia a seconda del parallelo che si prende in considerazione, l’ITALIA si estende fra il 39° parallelo e il 46° parallelo.

Qualche dato italiano:
La giornata che ha la durata di luce più lunga è il solstizio estivo
A ROMA (41° 51’) il 21 giugno 2009
le ore di luce saranno di 14h e 38 minuti
Per le città fra 45° e 46°
TORINO, MILANO VENEZIA il 21 giugno 2009
le ore di luce saranno di 14h e 26 minuti

La giornata che ha la durata di luce più corta è il solstizio invernale:
A ROMA (41° 51’) il 22 dicembre 2008
le ore di luce saranno di 8h e 40 minuti
Per le città fra 45° e 46°
TORINO, MILANO VENEZIA il 22 dicembre 2008
le ore di luce saranno di 8h e 32 minuti

Ore di luce = ore di radiazioni emesse dal sole.

Alla luce di quanto sopra espresso durante l’anno si hanno due punti dove le ore di luce sono identiche alle ore di buio, un punto dove si ha il massimo di ore di luce e un punto dove si ha il minimo di ore di luce.

All’incirca avremo prossimamente questi punti di ore di luce:

Solstizio invernale: 22-12-2008 circa 8h 30min
Equinozio primaverile: 20-03-2009 12h
Solstizio estivo: 21-06-2009 circa 14h 30min
Equinozio autunnale: 22-09-2009 12h
Solstizio invernale: 22-12-2009 circa 8h 30min

Se si mettono questi punti su un grafico si inizia ad intravedere la produttività di un impianto solare, sia che sia utilizzato per produrre elettricità che calore.
Ovviamente sapere quanto durano le ore di luce in un giorno non serve solo per analizzare la produttività fotovoltaica o solare termica ma sapere ciò è alla base di molti fenomeni che in seguito ci farà comodo riprendere.
Ovviamente queste condizioni non tengono conto di molti fattori, ad esempio la presenza di montagne o colline o di altri ostacoli naturali o artificiali ecc.

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Il mercato dell’energia elettrica (parte 1)

QUALI SONO I NUMERI DEL MERCATO DELL’ENERGIA IN ITALIA?

Prima di addentrarci nelle cifre è necessario conoscere quali sono le caratteristiche della popolazione italiana (fonte ISTAT), sono una popolazione residente nel 2005 di 58.135.000 persone in 23.267.000 nuclei familiari con un numero medio di 2,5 componenti, le persone occupate sono 22.562.000 di cui 947.000 in agricoltura (4,2%), 6.940.000 nell’industria (30,76%) e 14.675.000 nei servizi (65,04%).

I componenti principali del mercato energetico possono essere riassunti sotto 3 elementi:
la produzione, il trasporto e il consumo.

PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA IN ITALIA
La produzione è data dalle centrali elettriche, che si distinguono dalla tecnologia adottata, abbiamo quindi centrali TERMOELETTRICHE, IDROELETTRICHE, GEOTERMOELETTRICA, EOLICA e FOTOVOLTAICA.

Le principali società che in ITALIA si occupano di generare l’energia elettrica sono: GRUPPO ENEL, GRUPPO EDISON, EDIPOWER, GRUPPO ENI, ENDESA ITALIA, TIRRENO POWER, GRUPPO ERG, GRUPPO SARAS, AEM MILANO, ACEA ELECTRABEL e altri ……

La produzione come per qualsiasi lavoro, in termini fisici, ha un valore lordo e un valore netto che è dato sottraendo il rendimento e le perdite, nel caso della produzione elettrica sottraiamo anche i consumi relativi dei servizi ausiliari delle stesse centrali e l’energia destinata ai pompaggi.
(“Produzione LORDA” - rendimento, perdite, consumi ausiliari,= “Produzione NETTA”)

Un piccolo inciso per definire il pompaggio: sono quelle centrali, normalmente idroelettriche, che sfruttano il salto dell’acqua per generare elettricità: l’acqua viene raccolta in un serbatoio nei pressi della centrale ed in ore notturne (quando c’è un surplus di energia), pompano l’acqua utilizzata per riempire il serbatoio a monte.

I dati si riferiscono all’anno 2007 e sono in gigawattora GWh:
Produzione: LORDA: NETTA:
313.888 GWh 301.299 GWh
Termoelettrica 265.764 254.022
Idroelettrica 38.481 37.962
Geotermoelettrica 5.569 5.243
Eolico 4.034 4.033
Fotovoltaico 39 39

Consumi servizi ausiliari: 12.589

Dalla “Produzione NETTA” è necessario sottrarre l’energia destinata ai pompaggi così si ottiene la “Produzione NETTA destinata ai consumi” tenere conto delle importazioni (+) ed esportazioni (-) e dell’energia destinata ai pompaggi (-), così otterremo il dato della produzione netta destinata al consumo:
Produzione netta: 301.299 GWh
Energia destinata ai pompaggi: -7.653 GWh
Produzione netta destinata al consumo: 293.645 GWh

A questo punto bisogna tenere conto delle importazioni (+) ed esportazioni (-), così otterremo il dato della produzione netta destinata al consumo:
Produzione netta destinata al consumo: 293.645 GWh
Esportazione -2.648 GWh
Importazioni +48.930 GWh
Richiesta totale ITALIA: 339.928 GWh

Finalmente a questo dato sottraendo le perdite per il trasporto otteniamo l’ ENERGIA ELETTRICA CONSUMATA IN ITALIA NEL 2007:
Richiesta totale ITALIA: 339.928 GWh
Perdite: 20.975 GWh
Totale consumi Italiani: 318.952 GWh

IL CONSUMO DI ENERGIA ELETTRICA IN ITALIA:

A chi è destinata l’energia elettrica in ITALIA o meglio come è suddiviso il consumo dell’energia elettrica, da TERNA abbiamo questi dati:
Agricoltura 5.659 1,8%
Industria 155.804 48,9%
Terziario 86.001 + Trazione FS 4.267 = 90.268 28,3%
Usi domestici 67.220 21,0%

Il consumo dunque può essere suddiviso al 21% per gli usi domestici e il 79% alla produzione.

L’energia destinata alla produzione, la somma dell’industria + il terziario + l’agricoltura consumano 251.731 GWh, che si possono suddividere e confrontare con la percentuale di occupati per ciascun comparto, otteniamo questi dati:
61,9% per l’industria (con il 30,76% di occupati),
35,8% per il terziario (con il 65,04% di occupati), e
2,30% per l’agricoltura (con il 4,2% di occupati).

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Il mercato dell’energia elettrica (parte 2)

LE CENTRALI ELETTRICHE IN ITALIA:

La produzione di energia elettrica si effettua con differenti tipi di tecnologie che ne stabiliscono le caratteristiche, le centrali si differenziano anche per la capacità di produzione, dalla fonte primaria utilizzata, dal tempo di avviamento ecc.. normalmente si definiscono 2 dati: 1 la potenza totale installata, 2 la produzione annua.

La potenza è espressa in MW megawatt, la produzione annua in MWh megawattora o in TWh. Una centrale elettrica di 1 MW se fosse sempre in funzione tutto l’anno produrrebbe MWh 8.760 MWh. (Produzione istantanea 1 MW x (ore totali anno (24x365=8760)) = 8760 MWh oppure 8,76 TWh)

Nel 2007 la potenza delle centrali installate in ITALIA era di 97.225 MW, cosi suddivise:

Impianti idroelettrici 21.475 MW
Impianti termoelettrici 72.239 MW
Impianti geotermoelettrici 711 MW
Impianti eolici 2.800 MW

Se riprendiamo l’esempio di cui sopra la produzione totale potrebbe essere di: 97.225 x 8760 = 851.691.000 MWh più che sufficiente a coprire il fabbisogno italiano, ma si sa gli impianti non hanno tutti la capacità di produrre al 100% sempre perché c’è bisogno di fermate per manutenzione, per gli impianti idroelettrici talvolta non c’è la portata nominale per una produzione al 100% ecc.. ecc..

Dunque la potenza installata è di 97.225 MW (megawatt) che equivale a 97,2 GW (gigawatt), questo dato è quello che normalmente si prende in considerazione quando si valuta la potenza installata nel mondo.

Ma in numeri quante sono le centrali in ITALIA?
A fine 2007 le centrali elettriche italiane ammontavano a 13.109, cosi suddivise:
Impianti Idroelettrici 2.135
Impianti Termoelettrici 1.087
Sezioni Termoelettriche 2.037
Impianti Eolici Fotovoltaici 7.850

Si può affermare che questo numero è destinato ad aumentare, specialmente per la tecnologia eolica e fotovoltaica per effetto del conto energia i cui effetti dovrebbero essere una sempre più diffusa costruzione di mini o microcentrali di produzione; ciò potrebbe contenere la costruzione di elettrodotti ad altissimo voltaggio. Questo mi da l’opportunità di illustrare lo sviluppo della rete di trasporto di energia che in ITALIA è di circa 67.300 km, che possiamo suddividere a seconda della tensione di trasporto nei 3 seguenti gruppi:
10.600 km a 380 kV
11.400 km a 200 kV
45.300 km a 120-150 kV

Per riportare ad una tensione più bassa ci sono circa 2.000 cabine primarie, la rete si estende ancora per:
300.000 km in media tensione (MT)
800.000 km in bassa tensione dei distributori (BT)
con l’apporto di circa 400.000 cabine MT/BT

Per finire ancora una domanda: ma tutta questa energia dove si consuma?
Le statistiche ci dicono che i consumi elettrici possono essere così suddivisi:
Motori 45-50 %
Illuminazione 12-15 %
Elettrodomestici 12-15 %
ICT, stand by carica batterie 4 %

In conclusione, l’energia elettrica è un bene che purtroppo si produce e si deve consumare quasi all’instante, non si può accumulare, come tutti i beni bisognerebbe non sciuparla inutilmente per cui occorre mettere al bando gli sprechi.

Ho illustrato i dati 2007 perché questa è una data storica che segna l’inizio di una vera liberalizzazione della produzione dell’energia, da quest’anno possiamo aspettarci che il numero delle centrali elettriche evolveranno in numero con una produzione di piccola taglia (vedi le centrali fotovoltaiche o le centrali minieoliche o la microcogenerazion).

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Il mercato dell’energia elettrica (parte 3)

QUALI SONO I NUMERI DELL’ENERGIA ELETTRICA MONDIALE?

Ho potuto trarre da uno studio ENERDATA valori datati 2006, per un confronto i dati sono stati suddivisi per continente e la produzione è stata suddivisa nelle 6 tecnologie (idrica, fotovoltaica, eolica, termica, geotermica e nucleare), ovviamente i dati si riferiscono ad una produzione lorda generata, i dati sono in GW (gigawatt) per gli impianti ed in TWh (terawattora) per la produzione annuale; abbiamo 2 dati:
1) per la produzione annuale: 1TWh = 1.000GWh = 1.000.000 MWh = 1.000.000.000 KWh, e
2) per gli impianti di generazione: 1TW = 1.000GW = 1.000.000 MW = 1.000.000.000 KW.

A1) Produzione elettrica MONDIALE 2006 : 18.891,3 TWh (18.891.300.000.000KWh)

A1.1) Suddivisa per tecnologia (TWh):
1- Termica 12.788,0 TWh
2- Idrica 3.135,5 TWh
3- Nucleare 2.787,2 TWh
4- Eolica 120,9 TWh
5- Fotovoltaica 3.8 TWh
6- Geotermica 55,8 TWh

A1.2) Suddivisa per continente (TWh):
1- EUROPA 5.916,0 TWh 31,3%
2- AMERICA 6.176,0 TWh 32,2%
3- ASIA 6.014,5 TWh 31,8%
4- AFRICA 580,3 TWh 3,1%
5- OCEANIA 305,2 TWh 1,6%

Per un giusto peso è necessario esprimere anche il numero di abitanti suddiviso per il numero di abitanti che al 2006 erano circa 6.512.100.000 e che erano così distribuiti:

Europa 644.900.000 9,9%
Asia 3.887.300.000 59,7%
Africa 981.300.000 15,1%
America 963.300.000 14,8%
Oceania 35.200.000 0,5%TOTALE 6.512.100.000 100%

A2) Potenza Lorda degli impianti di generazione MONDIALE 2006: in 4.417 GW

A2.1) Suddivisa per tecnologia (GW):
1- Termica 3.073,8 GW
2- Idrica 885,5 GW
3- Nucleare 371,8 GW
4- Eolica 70,4 GW
5- Fotovoltaica 5,9 GW
6- Geotermica 9,6 GW

A2.2) Suddivisa per continente (GW):
1- EUROPA 1.391,1 GW 31,5%
2- AMERICA 1.489,9 GW 33,7%
4- ASIA 1.353,8 GW 30,7%
3- AFRICA 120,5 GW 2,7%
5- OCEANIA 61,7 GW 1,4%

La rappresentazione di una situazione talune volte è poco commentabile in questo caso perché il risultato è frutto di anni di opportunità, di politiche e di credenze ecc.., di certo in questi ultimi anni le fonti rinnovabili sono più conosciute e le politiche locali hanno aperto ai cittadini il loro utilizzo per cui in futuro vedremo il dato di questa fonte aumentare, potrei affermare anche che il nucleare non è alla portata di tutti (forse più per problemi militari che altro) ma è la fonte che ha il miglior rapporto produzione/superficie.

Proseguiamo nella fotografia della potenza degli impianti elettrici di generazione nel mondo (1° dato in colonna) riportando i valori nelle differenti tecnologie, e nella colonna successiva riporto i dati della produzione totale sempre suddivisa come sopra descritto.

Per ciascun continente i dati espressi sono elencati in ordine decrescente della potenza di generazione:

In EUROPA: 1.391,1 GW 31,5% 5.916,0 TWh 31,3%
1- Termica 877,9 GW 3.695,4 TWh
2- Idrica 287,5 GW 855,5 TWh
3- Nucleare 173,1 GW 1.268,5 TWh
4- Eolica 48,2 GW 85,2 TWh
5- Fotovoltaica 3,4 GW 2,7 TWh
6- Geotermica 0,9 GW 8,6 TWh

In AMERICA: 1.489,9 GW 33,7% 6.0176,0 TWh 32,2%
1- Termica .048,8 GW 3.715,1 TWh
2- Idrica 306,6 GW 1.365,1 TWh
3- Nucleare 117,1 GW 942,3 TWh
4- Eolica 12,4 GW 28,5 TWh
6- Geotermica 4,4 GW 24,3 TWh
5- Fotovoltaica 0,6 GW 0,6 TWh

In ASIA: 1.353,8 GW 30,7% 6.014,5 TWh 31,8%
1- Termica 1.006,7 GW 4.643,8 TWh
2- Idrica 253,5 GW 779,1 TWh
3- Nucleare 79,9 GW 565,9 TWh
4- Eolica 8,3 GW 5,9 TWh
6- Geotermica 3,6 GW 19,7 TWh
5- Fotovoltaica 1,8 GW 0,02 TWh

In AFRICA: 120,5 GW 2,7% 580,3 TWh 3,1%
1- Termica 95,2 GW 473,3 TWh
2- Idrica 3,0 GW 94,8 TWh
3- Nucleare 1,8 GW 10,6 TWh
4- Eolica 0,3 GW 1,1 TWh
6- Geotermica 0,1 GW
5- Fotovoltaica 0 GW 0,5 TWh

In OCEANIA: 61,7 GW 1,4% 305,2 TWh 1,6%
1- Termica 41,9 GW 259,9 TWh
2- Idrica 15,0 GW 41,3 TWh
4- Eolica 1,1 GW 0,9 TWh
6- Geotermica 0,4 GW 3,0 TWh
5- Fotovoltaica 0 GW 0,01 TWh

Per i patiti di classifiche di divisioni sottrazioni e moltiplicazioni posso affermare che questi dati possono essere incrociati in moltissimi modi dando risultati che si possono commentare come l’efficienza, il rapporto con la popolazione, i rischi ecc.... tuttavia a prima vista le 3 prime posizioni sono identiche per tutti: si utilizza energia 1) termica, 2) idrica e 3) nucleare che appunto rispecchiano la facilità o meno del reperimento delle risorse e della geografia del mondo.

Quando è dichiarata la tecnologia “termica” le fonti primarie utilizzate sono il petrolio e il gas e il carbone. Dalla ricerca si può ricavare che le fonti utilizzate nel mondo per produrre l’energia elettrica MONDIALE 2005 (TOTALE 18.139 Mtep) sono:
Carbone 7.190 Mtep
Gas naturale 3.657 Mtep
Idroelettrico 2.977 Mtep
Nucleare 2.764 Mtep
Petrolio 1.194 Mtep
Rinnovabili 148 Mtep
Altro 209 Mtep

Con questo dato concludo questa parte che vuole essere un punto di partenza per le prossi riflessioni.

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giovedì 6 novembre 2008

Expoferroviaria 2008 (parte 1) - Presentazione

Il Salone - che si tiene al Lingotto con cadenza biennale - è dedicato a tutti i settori dell'industria ferroviaria.
In concomitanza con Expoferroviaria si è tenuto anche il Salone Intertunnel, specializzato nelle tecnologie per la costruzione di gallerie.
+ 9% di visitatori è stato il risultato di queste manifestazioni. 6.500 operatori del settore industria ferroviaria e tunnelling provenienti da 52 Paesi infatti hanno partecipato a EXPO Ferroviaria 2008 e INTERtunnel 2008.

In EXPO Ferroviaria vi erano rappresentati tutti i settori del mercato ferroviario.

Le categorie espositive hanno compreso:
• Materiale rotabile e trazione per il traffico nazionale passeggeri e merci
• Vetture per servizi urbani e regionali
• Componenti e sottosistemi per materiale rotabile
• Materiale per binari, costruzione e manutenzione
• Segnalazione e comando treni
• Tecnologia delle comunicazioni
• Erogazione di elettricità per trazione ed impianti e sistemi di elettrificazione
• Apparecchiature per terminal merci
• Manutenzione vetture
• Sistemi di biglietteria ed informazione passeggeri
• Apparecchiature per stazioni
• Cavi
• Tecnologia informatica – hardware e software
• Sistemi di sicurezza
• Servizi e sistemi di formazione

Da sottolineare il successo degli eventi associati, tra cui i seminari tecnici organizzati dal Collegio Ingegneri Ferroviari Italiani “CIFI” nell’ambito di EXPO Ferroviaria, e dalla Società Italiana Gallerie “SIG” per INTERtunnel.

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Expoferroviaria 2008 (parte 2) - I big:

Erano presenti i piu' importanti fornitori di sistemi ferroviari globali, tra cui la Alstom Ferroviaria Spa, che si e' recentemente aggiudicata la commessa di Ntv per 25 convogli superveloci (NTV Nuovo Trasporto Viaggiatori, l’operatore ferroviario privato italiano), la Bombardier Transportation, con il treno per l'alta velocita' Zefiro impiegato in Cina, la Siemens, che festeggia i 25 anni di locomotive Val, e la General Electric Transportation. Sono ben rappresentati anche i produttori di sistemi e macchinari (Ansaldo, Balfour Beatty Rail, Consorzio Saturno, Faiveley Transport, Matisa, Plasser & Theurer e Poli), i fornitori di: materiale rotabile, binari e infrastrutture, sistemi di segnalazione servizi e comunicazione, sistemi di elettrificazione, manutenzione delle vetture e delle infrastrutture e servizi specialistici. Un occhio di riguardo, quest’anno, per il design con la presenza di importanti aziende come l' Italdesign di Giugiaro.

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Expoferroviaria 2008 (parte 3) - Viaggio in ferrovia:

Procediamo con ordine in questo piccolo viaggio attorno al mondo ferroviario e partiamo dalla definizione: con ferrovia si intende generalmente l’infrastruttura di trasporto idonea a far circolare i treni, expoferroviaria non è solo questo ma coinvolge tutti i trasporti su rotaia oltre ai treni come le metropolitane e i tram ed ovviamente tutto il mondo che ne sta attorno.
I dati storici ci dicono che la prima ferrovia pubblica è stata inaugurata nel 1825 in Inghilterra e quella Italiana nel 1839; era la linea Napoli-Portici. La locomotiva che trainava il convoglio italiano era stata costruita da BAYARD e raggiungeva la velocità di 60km/h. Da quelle date il mondo ferroviario si è sviluppato molto e i risultati sono sotto i nostri occhi, ma ritorniamo all’infrastruttura che risulta costituita dai binari (traversine+rotaie) posati su una massicciata.
Questa “via” trova nel suo percorso gallerie e ponti quindi ecco il connubio con l’altra esposizione presente a Torino (Intertunnel 2008). Gli specialisti del settore chiamano ciò “opere civili ferroviarie” e le persone che percorrono le autostrade dove vicino si sta costruendo l’alta velocità si possono rendere ben conto della complessità di queste opere.
Lo sviluppo delle reti ferroviarie esistenti in Italia sono circa 19.000 km.
In tutta Europa queste reti sono regolamentate dalla direttiva CEE 440 del 1991 e le successive direttive di cui pubblichiamo uno specchietto.

Nella veste di costruttore di rotaie presenti c’era la Thyssenkrupp GFT mentre per le traversine c’erano la Margaritelli SpA, la Sogo Spa, la Tecnoteam Srl e la Wegh Group Srl, e per i sistemi di fissaggio dei binari alle traversine vorrei citare la Vossloch Fastening System e la Csa Srl che distribuisce i prodotti Raitech e Pandrol.
Sin qui parliamo di materiali di acciaio e cemento ma, se alziamo gli occhi da questa via incontriamo il sistema di elettrificazione, se non è presente probabilmente la via è percorsa da treni diesel.

Se c’è il sistema di elettrificazione il “conduttore nudo” si vede ma deve essere sostenuto, isolato, tesato, scambiato e alimentato; sicuramente tutto ciò non descrive tutti i materiali necessari alla installazione di questi sistemi che per la loro installazione ha bisogno di specialisti in impianti di elettrificazione come le aziende: A. Kaufmann AG, Balfour Beatty Rail Spa, Consorzio Saturno, Elektroline AS,Furrer + Frey AG, Railtech International SA. Se siamo in una metropolitana il conduttore dobbiamo cercarlo in terra, fra i binari o a lato, la Brecknell Willis & Co Ltd è un costruttore che ha esposto la barra conduttrice ed il collettore di corrente elettrica (terza rotaia) utilizzata nella realizzazione di Metro Brescia.

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Expoferroviaria 2008 (parte 4) - IL TRENO è sicuro: Il segnalamento.

Il nostro piccolo viaggio continua, e ci porta a considerare che si viaggia su una sede propria (la rotaia), che in condizioni normali non permette al treno di deviare dal proprio tracciato, come invece avviene nel traffico stradale, ma in ogni caso si ha bisogno di sistemi di segnalamento e sicurezza, ad esempio per poter distanziare fra di loro i convogli o essere avvertito di pericoli ecc.

E’ il macchinista che interpreta questi segnali che possono essere di tipo luminoso o meccanico.

I segnali sono costituiti da fanali applicati su uno schermo nero con bordo bianco e normalmente sono a sinistra del treno, il colore utilizzato da questi segnali sono il rosso, il giallo, il verde e la luce spenta.

Le linee di Alta Velocità o Alta Capacità (AV/AC) sono prive dei segnali tradizionali ma si avvalgono di appositi segnali costituiti da tavole speciali ad alta rifrangenza detti “segnali imperativi” delle località di sevizio o di fine servizio, su queste vie la manovra dei treni viene regolamentata da un posto centrale tramite un sistema di di stanziamento detto “blocco radio” attraverso il Radio Bloc Center (RBC).

Tale sistema, tramite boe poste a terra e tramite il collegamento radio con i treni via GSM-R (Global System Mobile for Railway application) permette di identificare la posizione dei treni in linea e di trasmettere direttamente nella loro cabina di pilotaggio le condizioni di marcia sia rispetto al treno successivo sia rispetto allo stato della linea e dei posti di servizio (stazioni, rallentamenti, deviazioni ecc..); il macchinista riceve a bordo tutti gli ordini di marcia tramite un’interfaccia specializzata (DMI).

Solo in caso di ordine di arresto il macchinista ha bisogno di avere dei riferimenti a terra che diano le indicazioni necessarie al punto di arresto da non superare.

Alcune aziende presenti di questo settore sono: DYNASTES Srl, ECM Spa, EREDI GIUSEPPE MERCURI Spa, SELTA Spa, SITE Spa, TECNOLOGIE MECCANICHE Srl, una recente novità è l’uso del LCD nei fanali.

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Expoferroviaria 2008 (parte 5) - IL TRENO è sicuro: La comunicazione.

Per quanto concerne il segnalamento per la comunicazione terra treno o all’interno del treno possiamo citare le seguenti società: AMESYS che ha sviluppato un nuovo sistema di comunicazione wi-fi treno/suolo, ALHOF SPA, BOSCH, ERMES ELETTRONICA Srl, FITRE Spa, GIS RAILWAY Sas, TELEFIN Spa, SELTA Spa che ha presentato un Sistema di Controllo Marcia Treno (SCMT) che collega la propria sezione a terra, lungo la linea, direttamente all’elemento dell’impianto di segnalamento, segnale di blocco e di protezione, per l’interscambio dei dati e per l’alimentazione senza necessità di lunghi e costosi cablaggi, ed infine la società SEPA Spa che ha presentato anche un sistema integrato di citofonia rivelazione fumi e videosorveglianza per le carrozze letto, dunque una comunicazione all’interno del convoglio. Come grossa novità, per i passeggeri, è la possibilità di avere internet sul convoglio quindi trasferire le comodità di un ufficio anche su una carrozza ferroviaria.

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Expoferroviaria 2008 (parte 6) - IL TRENO è sicuro: Le opere elettriche.

Per realizzare tutte le opere elettriche c’e bisogno di utilizzare altri componenti e prodotti come i conduttori che non mancavano in questa manifestazione; infatti erano presenti le aziende: AGENCAVI NETWORKING, ELETTRONICA CONDUTTORI Srl, NEXANS con prodotti destinati al settore ferroviario, e per quanto concerne altro materiale elettrico come relè quadri, interruttori, connettori, fusibili, apparecchi di illuminazione, pulsanti, led, sistemi di TVCC ed altro ancora, citiamo qui di seguito alcuni di questi costruttori presenti: AMRA Spa già conosciuta per i sui relè, CEPI ELETTRICA Srl ormai un must per quanto concerne la carpenteria dei quadri elettrici, COET Srl azienda storica conosciuta per i suoi interruttori, sezionatori, quadri di sezionamento e sottostazioni ecc, EMC TRACTION Srl che ha presentato interruttori extrarapidi, EURO2000 Srl, FAIVELEY TRANSPORT ITALIA Spa conosciuto come costruttore di porte per le carrozze, FASE DI EUGENIO DI GENNARO & C Snc, FERRAZ SHAWMUT SA, FISCHER CONNECTORS SrL, GLENAIR CONNECTORS ITALIA, GOMA ELETTRONICA Spa, GRAFOS Srl, HARTING Spa, HIRSCHMANN AUTOMATION, ILME Spa, KIEPE ELECTRIC Spa, PANDUIT, PHOENIX CONTACT Spa, REVERBERI ENETEC Srl conosciuta per i prodotti illuminotecnica e per il sistema di misura controllo e comando della luminanza di Velo, RITTAL Spa, SPII Spa, STAUBLI ITALIA Spa, TEAFLEX Spa, TECNEL SYSTEM Spa, TYCO ELECTRONICS AMP ITALIA Spa, WAGO ELETTRONICA Srl.

Ci vorrebbe tanto spazio per descrivere i prodotti o le soluzioni presentate come novità o come sviluppo di prodotti già esistenti, una cosa però è certa, nel settore ferroviario l’automazione gioca un ruolo centrale perché introduce sicurezza.

PLC, relè, morsetti, convertitori, schede elettroniche, contattori, connettori, plafoniere e non ultimi i LED, sono presenti per soddisfare le più disparate esigenze come l’apertura delle porte, la climatizzazione delle carrozze, l’illuminazione, l’intrattenimento, (effettuato con musica o con schermi LCD), lo stesso funzionamento della toilette che con tutte le elettrovalvole, sensori, serbatoi, abbisogna di un plc per la sua gestione e; stiamo parlando solamente del confort del passeggero.

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Expoferroviaria 2008 (parte 7) - IL TRENO è poco energivoro:

Il trasporto ferroviario è il mezzo di trasporto meccanico – via terra – più efficiente dal punto energetico, infatti le rotaie permettono alle ruote del treno un rotolamento con un attrito bassissimo.

Per un confronto possiamo dire che un autocarro consuma per lo sforzo di trazione in senso orizzontale 16 kg/tonn mentre un treno moderno solo 3.5 kg/tonn;

il rendimento rispettivo è fra il 19-21% per l’autocarro e fra il 45-50% per la ferrovia; e il dato migliore a favore della ferrovia è la capacità di trasporto che è di 1600TON contro al massimo 37TON per la soluzione su gomma.

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Expoferroviaria 2008 (parte 8) - LA NUOVA GENERAZIONE DI LOCOMOTORI

Dopo aver percorso le rotaie, osservato il sistema di elettrificazione, visti i sistemi di segnalamento e osservato i sistemi di comunicazione non possiamo che vedere i treni che possono transitare su queste rotaie; in fondo questa è la loro vetrina.

Citiamo alcuni dei costruttori di locomotori presenti e partiamo dalla ALSTOM TRANSPORT che presentava la novità dell’AGV il primo treno per l’alta velocità al mondo che ha raggiunto una velocità commerciale di 360km/h, la nuova generazione di tram-treno era rappresentata dal CITADIS in questa serie di tram esiste anche una versione che non ha bisogno della catenaria infatti può funzionare con un sistema elettrico stradale APS in uso a Bordeaux o con trazione a batterie in funzione a Nizza (F) oppure con un volano d’inerzia che si carica nelle tratte con la catenaria per poi utilizzare l’energia immaganizzinata nelle tratte prive di catenaria e; non scordiamo il PENDOLINO ed il metro METROPOLIS per citare gli oggetti più conosciuti della loro produzione.

La BOMBARDIER TRANSPORTATION che oltre al treno per l’alta velocità ZEFIRO ha presentato una grande varietà di locomotori fra cui lo SPACIUM 3.06 con la motorizzazione doppia a 1500V e a 25.000V e i tram FLEXITY Outlook che si vedranno nelle strade di Bruxelles.

La INEKON GROUP AS rappresentante della LOKO TRANS SLOVAKIA Sro.

La SIEMENS Spa che ha presentato il VAL (veicolo automatico leggero) in servizio da alcuni anni presso la metropolitana di Torino. Il VAL non ha il manovratore a bordo, il convoglio ha dimensioni contenute, permette quindi di realizzare una infrastruttura più piccola persino il diametro delle gallerie può essere di un diametro ridotto.

Per l’alta velocità SIEMENS propone il VELARO che recentemente ha fatto il suo debutto in Spagna.

La SKODA TRANSPORTATION Sro che annovera nelle sue motrici la 109E il metro 81-71M o i vari tram della serie ELEKTRA (06T-13T–15T-16T).

La VOSSLOH LOCOMOTIVES era presente con le motrici EURO 3000 ed EURO 4000 motrici diesel-elettriche e le locomotive diesel G400B – G1000BB – G1700BB – G2000BB il numero si riferisce ai kW di potenza che possono sviluppare.

Per le metro ha presentato la serie 4300 e per i tram offre il Train-Tram da 100km/h.

Infine la ZEPHIR Spa che da 30 anni costruisce il “locotrattore” locomotore che va in strada/rotaia con motore diesel idraulico.

In tutti i locomotori che siano a diesel o elettrici si fa uso abbondante di automazione, qui i motori elettrici sono di grandi potenze, per esempio, nell’AGV si utilizzano motori sincroni a magneti permanenti, questo tipo di motori sono alimentati da convertitori elettrici e nella composizione a 11 carrozze permettono di sviluppare a 360km/h una potenza di 22,6 kW/Ton ancora oggi una potenza ineguagliata dai principali concorrenti

LE MACCHINE OPERATRICI
Per eseguire lavori di manutenzione sulla rete ferroviaria non mancano macchine come le RINCALZATRICI, le PROFILATRICI, le STABILIZZATRICI, le RISANATRICI, le SALDATRICI, le MACCHINE PER IL RILIEVO o altre macchine speciali, per questo settore erano presenti la DONELLI DIMAF Spa, la GEISMAR, la SO.RE.MA e la PLASSER & THEURER.

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Expoferroviaria 2008 (parte 9) - LA STAZIONE

Il nostro viaggio è quasi finito e possiamo dire che entriamo in stazione, qui gli impianti sono più complessi, citiamo ad esempio la THALES ITALIA Spa che è attualmente impegnata a realizzare “Sistemi di sicurezza e la supervisione e controllo in 86 stazioni ferroviarie, 11 centri di supervisione e controllo e 7 centri Polfer”.

Questi, in estrema sintesi, i contenuti più importanti della gara di appalto Rfi aggiudicata ad un raggruppamento di imprese guidato da Thales Italia.

Si tratta della realizzazione degli impianti integrati di security aziendale per le ferrovie, distribuiti su tutto il territorio nazionale: impianti antintrusione, punti emergenza, controllo accessi, video-sorveglianza.

Tale contratto si inserisce nella linea generale di ammodernamento del sistema ferroviario italiano soprattutto per quanto riguarda l’acquisizione dei più moderni sistemi di sicurezza.

Ogni centro di controllo sarà in grado di supervisionare diversi tipi di applicazione, integrando sistemi diversi e gestendo le registrazioni video al fine di monitorare le condizioni di sicurezza.

Il contratto prevede altresì: rilievi e studi ambientali sui siti su cui verranno installati gli impianti per la sicurezza; la realizzazione di tutte le fasi dell’attività progettuale; nonché l’installazione, l’integrazione, il collaudo e la formazione del personale.

Il valore complessivo del contratto è pari a circa 15 milioni di euro.

Il progetto, che verrà realizzato in due anni, si inserisce in una più generale azione del gruppo THALES ITALIA Spa di rafforzamento strategico nella direzione della sicurezza delle infrastrutture critiche.

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Expoferroviaria 2008 (parte 10) - SVILUPPI E PROSPETTIVE PER LE LINEE METROPOLITANE ITALIANE:

La carenza di infrastrutture dedicate al trasporto locale e metropolitano in Italia sono note. A differenza dei partner comunitari, l’Italia detiene uno dei livelli più bassi nel rapporto tra numero abitanti e chilometri di servizi pubblico. Complessivamente la rete di trasporto pubblico conta 210 mila km di rete, complessiva delle linee tranviarie, metropolitane, ferroviarie urbane e di autobus, coperte con un parco rotabile di 35.000 mezzi.

La crisi del trasporto pubblico è riconducibile a due elementi. Il primo riguarda la mancanza di interventi infrastrutturali significativi: se si fa eccezione per alcune città (Milano, Roma e in parte Torino) non esistono in Italia metropolitane intese nella loro concezione europea. L’altro riguarda la sostanziale situazione di crisi economica in cui versano le società pubbliche o concessionarie private di questi servizi.

Soprattutto nel segmento del trasporto metropolitano l’Italia segna un forte distacco rispetto agli altri Paesi europei. I progetti più importanti previsti nei prossimi anni riguardano Torino e Milano.

A Milano è infatti prevista la costruzione della Linea 4 della metropolitana (15 km a partire dal 2012) e la Linea 5 (5,6 km a partire dal 2012). Questi progetti sono stati inseriti e verranno valorizzati anche alla luce della designazione di Milano e dell’Italia come sede dell’Expo 2015. Previsti anche i prolungamenti della Linea 2 (per 4,7 km a partire dal 2009) e della Linea 3 (3,9 km a partire dal 2011). Grazie all'assegnazione dell’Expo 2015 tutta l’area milanese sarà coinvolta in un’occasione di rilancio importante. In otto anni Milano vedrà quasi raddoppiare la lunghezza della rete di strade ferrate sotterranee, grazie all’apertura di due nuove linee metropolitane e al prolungamento delle tre esistenti previste nel dossier di candidatura. Per la realizzazione delle infrastrutture sono stimati investimenti per quasi 7 miliardi di euro. Entro il 2010 potrebbe aprire il primo tratto della M5 da Bignami a Garibaldi (561 milioni di euro) e il prolungamento della M3 da Maciachini a Comasina, mentre due anni dopo, nel 2012, entreranno in funzione il primo segmento della M4 da San Cristoforo al Policlinico (790 milioni di euro) e il prolungamento della M1 fino a Monza-Bettola (206 milioni di euro). La società Metropolitane Milanesi consegnerà entro il prossimo Ott. i progetti per il completamento delle due nuove linee e per il prolungamento della M2 a Vimercate e della M3 a Paullo e il Comune si è impegnato formalmente a chiudere i lavori prima dell'appuntamento dell'Expo.

Protagonista dello sviluppo del trasporto metropolitano è anche Torino che sarà la prima città in Italia ad introdurre il “tram-treno” sulla linea Pinerolo-Torre Pellice. Entro i prossimi 4 anni, un medesimo vettore potrà circolare sia sul percorso cittadino del tram sia su quello esterno ferroviario, attraverso l’utilizzo di tratte secondarie. Questa linea, di 17 km, oggi non viene sfruttata secondo le sue potenzialità dalla rete ferroviaria e soffre di un’eccessiva congestione secondo il suo tracciato cittadino. Complessivamente si stima un investimento necessario di 20 milioni di euro, destinati in parte all’acquisto di nuovi vettori e in parte all’ammodernamento ed interventi sull’infrastruttura.

Per quanto riguarda la metropolitana di Torino, la prima completamente automatizzata in Italia, sono in corso i lavori per la nuova tratta “Porta Nuova – Lingotto”, con 6 stazioni in 3,9 chilometri per un costo di 325 milioni di euro, che servirà un nuovo e grande bacino di utenza con il polo ospedaliero (Molinette, S.Anna, C.T.O. e Regina Margherita) e quello commerciale/fieristico (Lingotto). L’apertura è prevista per la fine del 2010 e consentirà il trasporto di oltre 130.000 persone al giorno.

Sono inoltre in programma altri due prolungamenti, per un costo complessivo di 495,5 milioni di euro: 2,2 km verso sud “Lingotto Bengasi” (2 stazioni) e 3,7 km di lunghezza verso ovest “Collegno – Cascine Vica” (4 stazioni), che vanno ad aggiungersi agli attuali 9,6 km del tratto da Collegno a Porta Nuova (15 stazioni per un costo di 650 milioni di euro).

Anche a Roma sono previsti nuovi interventi nella metropolitana cittadina: in primo luogo la costruzione della linea C (17,5 km a partire dal 2010), della Linea B1 (17,6 km dal 2015) e della linea D (18,9 km a partire dal 2018). Attualmente la linea A copre 18,4 Km, con 27 fermate e trasporta 500.000 passeggeri al giorno, mentre la linea B si sviluppa su 18,1 km , ha 22 fermate ed è utilizzata da 350.000 passeggeri al giorno.

Novità anche per Brescia, con una linea di Metrobus di 5,9 km a partire dal 2010 e a Napoli con il prolungamento della linea 6 metropolitana per 3,1 km a partire dal 2012.

A Genova, la cui linea metropolitana attualmente copre una rete di 5,5 km, è in fase di costruzione il prolungamento fino a Brignole e quello, al momento non ancora finanziato, verso Valpolcevera. A fine lavori la linea raggiungerà un' estensione di circa 8,0 km.

IN CONCLUSIONE

Il nostro piccolo viaggio è stato rapido ed ha toccato solo alcuni temi emersi in questa manifestazione, non c’è altro da fare che essere presenti alla prossima edizione italiana di EXPO Ferroviaria che è già stata programmata dal 18 al 20 Mag. 2010, a Torino.

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mercoledì 5 novembre 2008

INTERTUNNEL 2008 (Parte 1) presentazione:

La fiera “Intertunnel 2008” si è svolta al Lingotto di Torino nello scorso mese di maggio, si tratta di una esposizione specializzata nelle tecnologie per la costruzione di gallerie e dei sistemi più innovativi per la gestione e la sicurezza nelle gallerie.

In concomitanza a questa manifestazione si è anche svolto il salone “Expoferroviaria” che tratta della tecnologia del materiale rotabile, dei binari, delle infrastrutture e della segnalazione e comunicazione.

Il salone organizzato dalla società Mack Brooks ha raccolto quasi 400 partecipanti di cui circa 300 in Expoferroviaria e circa 100 in Intertunnel con una folta partecipazione straniera. Rispetto all’edizione precedente si ha avuto un aumento di circa il 10% in termini di partecipanti e molto di più per i visitatori.A prima vista le due manifestazioni sembrano lontane fra di loro ma una più attenta analisi ci suggerisce che sono frutto del medesimo desiderio di tutti noi di comunicare e di viaggiare.

Hanno presenziato alla cerimonia di apertura esponenti di alto livello dell’industria dei trasporti italiana, del governo e delle istituzioni della manifestazione. Erano infatti presenti, tra gli altri, l’amministratore delegato Ferrovie dello Stato Mauro Moretti, il sottosegretario allo sviluppo economico Ugo Martinat, la presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso, e il presidente di GTT Gruppo Torinese Trasporti Giancarlo Guiati, sponsor dell’evento.

Nella manifestazione erano presenti aziende che rappresentavano tutta la filiera della costruzione e gestione dei tunnel e cioè aziende specializzate nelle prime ispezioni geologiche, aziende costruttrici dei primi carotaggi e della costruzione vera e propria del tunnel sino all’attrezzatura per la corretta gestione e dei servizi annessi.

L’energia elettrica ha un grande ruolo in tutte le fasi di questa filiera infatti la distribuzione elettrica e l’automazione sono sempre presenti sin dalle prime fasi.

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INTERTUNNEL 2008 (Parte 2) i costruttori edili dei tunnel:

Per illustrare le aziende presenti a INTERTUNNEL 2008 seguiamo un ipotetico tracciato di come si costruisce una ferrovia.

Iniziamo con la strumentazione geotecnica ed il monitoraggio, nei sistemi automatici di acquisizione dati si usano ormai sistemi a base di segnali laser o gps ed apparecchiature di rilevamento erano esposte da aziende quali la GEODATA MESSTECHNICK, la GETEC INGENIEURGESELLSCHAFT.

Eseguiti i primi studi normalmente si procede o alla costruzione oppure allo scavo di gallerie di ispezione, qui si distinguono il modo in cui si procede nelle costruzioni o tramite perforazioni o esplosioni o tramite trivellatrici, per i primi citiamo ATLAS COPCO che offre carri di perforazione ad alta capacità, perforatrici da roccia anche computerizzato l’area di azione può raggiungere larghezze di 18 metri ed altezze sino a 13metri, la MEC EDIL che è un’azienda specializzata nella realizzazione e messa in opera di ombrelli per gallerie con il suo sistema denominato easypile erano presenti anche operatori russi come la JSC BAMTONNELSTROY che costruiscono appunto gallerie ferroviarie, stradali o metropolitane con i metodi della perforazione o con esplosioni ed anche con le trivellatrici o TBM come quelle costruite dalla canadese LOVAT INC che è un leader per la progettazione e fabbricazione su misura di queste macchine; attualmente ci sono oltre 35 TBM in funzione in 10 paesi, è notizia recente che la LOVAT è entrata a far parte del gruppo Caterpillar. Non ultima in questo campo ma presente da più di 50 anni c’è la THE ROBBINS COMPANY che è un’azienda americana. Una realtà italiana è la SELI SPA di Roma impegnata nello scavo di gallerie con queste TBM e non solo, perché fornisce e noleggia frese e offre la consulenza necessaria nello studio, progettazione e appunto fornitura di attrezzature necessarie per questi lavori.

TBM è l’acronimo di “ tunnel boring machine” sono macchine la cui fresa è a tutta sezione, generalmente questi impianti si differiscono fra loro per direzione di spinta, il sistema di grippaggio e la possibilità di erigere elementi prefabbricati autoportanti, ma anche per l’adozione dello scudo protettivo, in base a questo elemento si dichiarano TBM aperte o TBM scudate.

Grandi passi si sono fatti nel campo della costruzione di queste macchine per la costruzione di gallerie a diametro limitato; qui l’automazione è ben spinta e complessa si va dal sistema di guida e di controllo che sono ormai effettuato con rilevazioni laser dal sistema di avanzamento che si comporta in maniera differente in base al materiale che si incontra nel percorso, nel sistema di posizionamento sino al sistema per eliminare il materiale scavato, programmatori programmabili (PLC), motori, sensori sino a prodotti come piccoli SCADA sono attualmente impiegati in queste macchine e si fa uso di tutte le tecnologie elettriche, pneumatiche ed oleodinamiche.

Per la costruzione delle gallerie si ha bisogno anche di qualificati fornitori per la finitura delle galleria con prodotti e additivi per migliorare le prestazioni del cemento, per la cementazione e l’iniezione di malta per citarne alcuni erano presenti : la società CHRYSO ITALIA SPA, la MAPEI, la BASF per citarne alcune.

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INTERTUNNEL 2008 (Parte 3) i fornitori di apparecchiature elettriche:

L’energia elettrica ed i sistemi di automazione sono fin qui sempre presenti ma non evidenti, sicuramente nelle attrezzature elettriche di cantiere sono al centro dell’attenzione, le prime avvisaglie della loro presenza sono i cavi e le condutture che si notano nei cantieri.

Ed è ancora più evidente quando si deve allestire la prima illuminazione intesa quella per il cantiere o le condotte d’aria e i rispettivi ventilatori per non parlare delle alimentazioni di soccorso.

Qui si trovano i sensori più disparati per la sicurezza del materiale e delle persone che operano nella costruzione di gallerie come i sensori per il rilevamento ed estrazione del gas o dell’acqua, quelli per i sistemi di sicurezza e per i sistemi di sorveglianza, d’avviso e di allarme o per le protezioni antincendio.

I sensori possono essere installati sia per il cantiere che per la normale attività delle gallerie.
Erano presenti per le protezioni antincendio le società: BANNER ENGINEERING BELGIUM BVBA con i loro sensori industriali di tipo optoelettronico, a ultrasuoni, con tecnologia laser o dei tipi magneto resistivi e radar, ELKUCH BATOR AG costruttore di porte ed uscite di emergenza automatizzate, la FOGTEC FIRE PROTECTION con gli impianti di rilevazione antincendio, la RAET SRL che esponeva i sensori di rilevazione CO–NO–NOP e quelli per l’opacità, la nebbia, il vento, la segnaletica retroilluminata, gli armadi SOS sino ai sistemi di conteggio e classificazione del traffico, la TECNOSITAF SPA che ha inventato il portale termografico attualmente installato all’ingresso dei trafori del Monte Bianco e del Frejus finalizzato a rilevare temperature ed evidenziarne l’eventuale anomalia, per terminare con la TYCO FIRE & AMP; INTEGRATED SOLUTIONS.
Per il rilevamento di gas era presente la società inglese TROLEX LTD che oltre ai sensori di gas esponeva sensori di pressione di temperatura e di vibrazioni.
Per la sicurezza oltre ai prodotti gia citati della BANNER ENGINEERING, c’erano i sistemi di identificazione della COMIT REJLERS AB, e della DISTELCO SRL, i sistemi video EYEVIS GMBH, i prodotti della RAET SRL per il rilevamento del CO-NO-NOP, anche la ROCKWELL AUTOMATION SPA presentava i sistemi PLC per il controllo e rilevamento del gas.

Con una importanza sempre crescente nella normale vita dei tunnel esponevano anche aziende specializzate in sistemi ed impianti per la comunicazione come la
ANDREW WIRELESS SOLUTIONS SRL con sistemi cellulari per gli addetti e non solo, la COE LTD con sistemi TVCC di sorveglianza, e la TRAFICON NV che rileva il traffico mediante analisi video, prodotti di comunicazione erano anche esposti dalle già citate aziende COMIT REJLERS AB e DISTELCO SRL.

Alla base dei sistemi di automazione o di rilevamento ci sono sempre soluzioni che utilizzano i computer e software dedicati o specializzati, sistemi a base di computer erano presenti presso la CEGELEC, la COMIT REJLERS AB, la DISTELCO SRL, la EYEVIS GMBH, la GETEC INGENIEURGESELLSCHAFT MBH, la HOPF GMBH, la SIS.TEMI SRL e la TECNOSITAF SPA.

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INTERTUNNEL 2008 (Parte 4) l’illuminazione nelle gallerie, e la sicurezza:

Dello stato delle gallerie esistenti in Italia si è parlato, del fatto che su 100 tunnel esistenti nelle nostre strade, ben 64 sono fuori norma.

Secondo l’UNI, a stabilire i criteri che dovranno avere le gallerie è la norma UNI 11095 del 2003 che alla voce, “Luce e Illuminazione”, prescrive quanto segue: le gallerie dovranno essere illuminate in modo da garantire il corretto livello di percezione visiva all’interno delle stesse e le indicazioni sull’illuminazione delle zone esterne subito dopo l’uscita dalle gallerie. Nel testo sono descritte le modalità relative alla progettazione delle gallerie e dei relativi impianti di illuminazione, che deve essere condotta da un progettista di comprovata esperienza specifica, oltre che nel rispetto della norma UNI 11095 del 2003, anche in osservanza dei seguenti criteri:

• ottimizzazione delle modalità e dei tempi di installazione e di manutenzione,
• affidabilità di funzionamento,
• durabilità dei componenti e del sistema,
• decadimento dell’efficienza degli apparecchi di illuminazione (fattore di manutenzione),
• integrazione dell’impianto di illuminazione con altri eventuali sistemi di sicurezza ottimizzazione dei costi di installazione, gestione e manutenzione.

Per questo settore erano presenti alla manifestazione le società GRECHI ILLUMINAZIONE SRL con molte novità e con una nuova linea di apparecchi a led, la PALAZZOLI SPA e la GIFAS ELETTROMATERIALE SRL.

Normalmente per la gestione di gallerie si richiede la sorveglianza ed il controllo dell’automazione dei sistemi tecnologici come la ventilazione, illuminazione, distribuzione elettrica, le centrali idriche, etc., il controllo della segnaletica come i pannelli a messaggi variabili, i semafori, le lanterne, i pannelli di agibilità delle piste, e dei pannelli indicatori, il controllo della sicurezza come l’interfacciamento della TVCC, la gestione delle colonnine SOS ed il rilevamento antincendio.

Tutto ciò per la costruzione della galleria principale o delle camme di servizio a tale proposito vi sono norme specifiche che classificano le gallerie in base al loro sviluppo, e la loro tipologia parlando di gallerie stradali il tunnel percorso dalle auto si chiama FORNICE per cui avremo gallerie:
1) MONOFORNICE,
2) MONOFORNICE con galleria di servizio,
3) DOPPIOFORNICE con by-pass di collegamento,
4) DOPPIOFORNICE con cunicolo di servizio.

Il tema della sicurezza è stato sempre citato dagli espositori presenti e ritengo sia il tema principale di tutti gli sforzi che si fanno per costruire e poi gestire le gallerie, la tecnologia attuale ci permette di costruire tunnel sempre più lunghi e direi sempre un po’ più sicuri sembra che la variabile non nota sia il comportamento dell’uomo che talune volte compie azioni diciamo strane causando danni anche ingenti a cose e persone, insomma bisogna percorrere le gallerie con il cervello acceso.

La normativa europea che si occupa di sicurezza nei tunnel stradali è la CE2004/54.
La prossima edizione italiana – la terza di INTERtunnel – è già stata programmata dal 18 al 20 maggio 2010, a Torino.

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Le fonti rinnovabili

Le risorse rinnovabili sono quelle che hanno la caratteristica di potersi rigenerare, normalmente sono: dal vento l’energia eolica, dal sole l’energia fotovoltaica e solare termica, dal sottosuolo l’energia geotermica, dalle maree e dalle correnti marine l’energia maremotrice, dall’acqua l’energia idroelettrica e dalle trasformazioni che generano gas come i rifiuti abbiamo la biomassa e biogas. Le altre fonti evidentemente non rinnovabili si riferiscono all’utilizzo del petrolio, carbone, gas e anche l’atomo.

L’energia eolica
E’ l’energia derivata dal vento, viene direttamente trasformata in elettricità, il principio di funzionamento degli aerogeneratori è quello dei mulini a vento, il movimento delle pale, in questo caso, è trasmesso ad un generatore che produce elettricità.
Per produrre energia in quantità sufficiente è necessario che il luogo dive si installa l’aerogeneratore sia molto ventilato con valori medi di 5m/s.
Non è detto che zone molto ventilate siano adatte perché un generatore eolico ha bisogna di un vento costante senza tantissimi sbalzi di velocità.
Per installare un generatore devono essere effettuati studi e registrazioni delle correnti, talvolta questi dati non esistono, ecco perché non si può installare ovunque questi generatori prevedendo una produttività minima nota.
A suo favore un’ impianto eolico produce elettricità nelle 24 ore sfruttando anche le differenti direzioni del vento, per esempio nelle valli o in riva al mare la direzione del vento è in senso il mattino e nel senso opposto alla sera.

L’energia solare fotovoltaica
In questo caso l’energia è dovuta dal sole, l’energia fotovoltaica trasforma la radiazione solare in elettricità mentre l’energia solare termica trasforma la radiazione in calore (acqua calda). Limitandoci all’energia solare fotovoltaica sappiamo che il flusso di radiazione che giunge sulla terra in 1 secondo è di 1.368W/m2 questo al di fuori dell’atmosfera. E’ evidente che una parte dell’energia si disperde e quella che giunge alla terra si definisce radiazione diretta, questa radiazione è differente per i diversi luoghi terrestri, potremmo dire che si differisce in base alla latitudine. Il funzionamento si basa sulla capacità di alcuni materiali di convertire l’energia della radiazione solare in energia elettrica (in corrente continua) senza avere organi in movimento (caratteristica che la differenzia dalle altre fonti rinnovabili). Il componente base di un impianto fotovoltaico è la cella. Una cella è in grado di produrre circa 1,5w con temperatura di 25°C ed con una radiazione solare di 1.000W/m2 . Tante celle assieme costituiscono il pannello solare fotovoltaico che normalmente è un certo numero di celle collegate fra loro, posizionate su di una lastra di vetro opportunamente cablate e protette. Si hanno pannelli quindi che possono generare, in condizioni standard, potenze di 160-180-200-210-220w ecc… Questi pannelli vengono poi installati a gruppi detti stringhe che formano il campo fotovoltaico. Elettrotecnicamente le potenze si sommano per cui la potenza nominale dei pannelli moltiplicata per il numero dei pannelli determina il valore di picco del campo fotovoltaico.
Un impianto fotovoltaico produce energia elettrica solo nelle ore diurne.

L’energia da biomasse
Si utilizza il termine di biomassa quando si vuole indicare un’insieme di materiali di natura estremamente eterogenea che hanno fra di loro in comune la matrice organica, in quanto derivati da esseri viventi vegetali o animali.
Le più importanti tipologie di biomasse sono costituite da residui forestali (legnami), dagli scarti dell’industria di trasformazione del legno (trucioli, segatura ecc), dagli scarti delle aziende zootecniche (liquami, vari tipi di deiezioni ecc), dagli scarti delle industrie alimentari e talvolta anche la frazione umida dei rifiuti domestici.
Rimaniamo sempre nelle applicazioni delle biomasse che producono energia elettrica. In questo caso il trattamento della biomassa ha come risultato la trasformazione di questi scarti in gas.
Dopodiché questo gas può essere utilizzato per produrre vapore quando si utilizzano turbine o alimentare direttamente motori a gas accoppiati a generatori elettrici e nel caso più conveniente utilizzare il biogas in impianti di cogenerazione che producono sia calore che elettricità, ecc…

L’energia geotermica
L’energia prodotta dall’utilizzazione del calore terrestre è definita energia geotermica. Questa energia è data dal calore presente sotto la superficie terrestre. Per poter utilizzare questa energia per produrre elettricità il valore di temperatura deve essere maggiore di 150°C, è il caso della zona italiana del larderello.
Nel caso che la temperatura del sottosuolo sia inferiore l’energia geotermica può essere impiegata per produrre calore, è evidente che questo fenomeno deve essere costante durante l’anno o al massimo subire variazioni positive sincrone con il bisogno dell’applicazione. Le sonde geotermiche sono un sistema di utilizzo dell’energia geotermica che va in questa direzione, infatti lo sfruttamento è già conveniente con temperature di 15°C e profondità ridotte (intorno ai 20-30metri).
Questo tipo di sistema accoppiata ad una pompa di di calore permette di scaldare una casa nel periodo invernale e raffrescare la stessa casa in estate invertendo il funzionamento della pompa.

L’energia Idroelettrica
E’ il metodo più conosciuto, forse perché una diga non passa inosservata, è un metodo molto utilizzato. L’energia idroelettrica si ottiene sfruttando la caduta dell’acqua (energia potenziale) che trasforma la sua energia in energia meccanica adatta a far girare una turbina che è accoppiata ad un alternatore che appunto con il suo moto genera elettricità. Dunque la potenza di un impianto idroelettrico è dato dal salto o dislivello fra la diga e la turbina e la sua portata.
Si può affermare che l’energia idroelettrica dipende dalle condizioni meteo in anni con scarse precipitazioni si ha una produzione limitata di energia elettrica.
Una delle sue caratteristiche è appunto l’utilizzo di un serbatoio chiamato diga, questa caratteristica normalmente viene costruita in montagna per ottenere un salto conveniente, in questo caso però allontana il generatore elettrico dalla zona di consumo che per esempio è collocato in pianura. Si può avere anche centrali sbarrando fiumi perché non avendo un salto enorme si sfrutta la portata, in questo caso la centrale è collocata vicino alla zona di consumo a scapito qualche volta della navigabilità.

Le altre fonti : l’energia Nucleare
I fenomeni tipici di una produzione nucleare sono dati dalla trasformazione che avviene nei nuclei atomici. Per realizzare ciò bisogna sollecitare le reazioni, attualmente le reazioni conosciute sono date da reazioni di fissione o di fusione nucleare. Nelle reazioni di fissione, nuclei ad alto numero atomico, come l’uranio, si spezzano producendo nuclei con numero atomico minore e liberando cosi una parte di energia. Nella reazione di fusione, si utilizzano atomi con basso numero atomico, come l’idrogeno, che si fondono dando origine a nuclei più pesanti e rilasciando una grande quantità di energia. Questo tipo di energia è come quello che proviene dalle stelle quando si fondono.

Le altre fonti : l’energia prodotta con il petrolio, il carbone, il gas
Ho messo assieme tutte queste fonti che si differenziano solamente per il combustibile ma sono abbastanza simili nel principio. Il principio sembra semplice si brucia il combustibile per creare vapore (vapore a 550°C e 220bar) che viene utilizzato per far girare le pale di una turbina. La turbina in questione è simile per la produzione di elettricità a quella utilizzata dai grandi aerei o elicotteri, nel caso di produzione elettrica nell’asse della turbina viene inglobato un alternatore che grazie alla rotazione produce energia elettrica. Per centrali di piccola taglia si utilizzano motori meccanici opportunamente modificati per i differenti combustibili A cui viene accoppiato sull’asse un alternatore. La macchina elettrica più importante è l’alternatore che si caratterizza per il numero di giri che effettua, la frequenza e la tensione di uscita ai suoi morsetti. Una centrale di questo tipo si può costruire dovunque ma soprattutto vicino a zone con tanta acqua come i fiumi i laghi e il mare (acqua che occorre per raffreddare).

Conclusioni
Pur essendoci molti modi per produrre elettricità sarebbe opportuno non sprecare questa energia, addirittura bisognerebbe cercare di ottimizzare il suo utilizzo.
Le fonti rinnovabili si prestano per formare microgeneratori diffusi e vicini allo sfruttamento, la liberalizzazione recente ha dato una certa spinta alla diffusione di questi microgeneratori. Per talune applicazioni bisogna tenere in considerazione la cogenerazione o produzione simultanea di calore e d elettricità, La cogenerazione permette di avere un rendimento superiore di quando si produce il calore e l’ elettricità in maniera separata.
Per i privati si tratta di produrre energia per risparmiare, per le aziende si tratta anche di risparmiare ma soprattutto di ridurre il costo energetico che si deve trasferire all’oggetto prodotto.

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Energie: Le tipologie presenti.

L’energia è definita come la capacità di un sistema di compiere un lavoro.
Esistono varie forme di energia: quella elettrica, meccanica, cinetica, chimica, nucleare ecc..
Le unità di misura dell’energia sono:
- il Joule (J) definito come 1N*m o 1W*s, esprime il lavoro necessario per sollevare una massa di 102g per un metro.
- il kWh chilowattora pari a 3.600.000 Joule, Energia sviluppata o consumata in 1 ora.
- la caloria (cal) uguale a 4,18J. La caloria è la quantità di energia necessaria per elevare la temperatura di un grammo d’acqua da 14,5° a 15,5°C
- La tonnellata equivalente di petrolio (tep) uguale a 11.628kWh.

Il chilowattora (kWh) è comunemente usato per misurare l’energia consumata in ambito domestico e industriale, è il dato riportato nelle bollette.
Multipli di questa misura sono il megawattora (MWh) e il gigawattora (GWh)

Le fonti energetiche
Le più utilizzate in ITALIA sono il petrolio, il carbone, il gas metano, l’energia idroelettrica ed altre fonti rinnovabili.
La punta massima nel consumo di energia elettrica si è raggiunta il 27 giugno 2006 con un valore di 55.619 MW, nel periodo invernale si è raggiunta la punta di 55.539 MW nel dicembre 2006.
La cosa strana è che normalmente la punta massima, nel passato, si raggiungeva nel periodo invernale, solo negli ultimi anni il consumo estivo è aumentato vistosamente.
Una delle caratteristiche dell’energia elettrica è che non si può conservare (ovviamente esistono delle eccezioni, ma di potenza molto limitata), esistono processi relativamente immediati per la produzione di energia elettrica e processi complessi lenti a partire e lenti a smettere di produrre, queste caratteristiche ne fanno una distinzione fra centrali di produzione di base e centrali di produzione di punta.
Il consumo non è sempre costante, se cosi fosse sarebbero sufficienti le centrali di base, ma varia nel tempo la curva di carico varia di giorno in giorno.
Se potessimo produrre un grafico si evidenzierebbe una “M” cioè un grafico con 2 punte di massimo consumo che corrispondono alle ore 9-11 e 15-17 di quasi ogni giorno e una flessione centrale intorno alle 13.
Potremmo anche translare il grafico sull’anno e la forma non cambia di molto, le 2 punte dovrebbero essere il mese di giugno e dicembre con un flesso ad agosto.

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La squadra ed "il coach" = Il Team per RISULTATI

Quale miglior palco sono le olimpiadi per spiegare cosa c’è dietro una vittoria, lo abbiamo appena visto per gli sport individuali ora lo vediamo per gli sport di squadra, qui vorrei sottolineare il rapporto fra la squadra e il suo allenatore o coach, perché mi occupo di coaching per le aziende.

La pallavolo: due esempi fantastici tutte e due le nazionali italiane si fanno rimontare e al 5 set sono 2 a 2 la squadra femminili è in pallone già da un set e non riesce a far nulla se non a continuare a fare errori, la squadra maschile vince all’ultimo attacco.

Due distinti atteggiamenti per la partita femminile.
La prima parte della gara vedeva l’ ITALIA dominare sino al 2-0 poi a poco a poco gli U.S.A. hanno rimontato sino al 4 set dove stavano vincendo 6-0 senza che le italiane potessero reagire un successo potremmo dire costruito poco a poco.
Infatti man mano che la gara si svolgeva le atlete americane ci credevano e nelle loro espressioni traspariva la gioia e la contentezza, mentre per le italiane il 4 set è stato il momento della sorpresa e l’inizio della sconfitta.
Vincere è uno stato d’animo sia in campo sortivo che in campo aziendale.
Questo atteggiamento è stato molto marcato nella gara maschile infatti gli atleti italiani ci hanno creduto sino all’ultimo e non hanno subito quel momento di sconforto anzi hanno reagito.

Ma la gara che mi ha fatto veramente riflettere sono i 4x400 dove un gruppo di atleti sbaglia il passaggio del testimone (che abbiano veramente sbagliato o no non è così importante ai fini di questo esempio, per dovere di cronaca non sono stati gli unici).
Questo inconveniente è capitato sia alla squadra maschile che femminile, il team maschile è sembrato in occasione delle interviste un gruppo non omogeneo di atleti, che non si sono allenati per molto tempo assieme, sicuramente i singoli atleti sono dei campioni ma messi assieme non hanno avuto il tempo di affiatarsi.
Chissà cosa ne pensa il loro coach, un team non si improvvisa?
La squadra femminile invece dava l’impressione di essere un team affiatato che è incappato in un piccolo errore.

La scherma ci da l’opportunità di riflettere cosa vuol dire “fare squadra” e soprattutto credere sino all’ultimo. Siamo di fronte ad un team ormai storico gli atleti si conoscono e hanno un obiettivo in comune: fare risultato, essere vittoriosi.
Però in questa olimpiade non siamo andati oltre al bronzo.

L’ottimale per un team sarebbe agire come le atlete del nuoto sincronizzato, nello stesso istante sincroni ed eleganti, per le aziende un mito.

Un team vincente si può costruire anche in un solo anno; il miglior anno!

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Atleta e coach = Personal Coaching e risultati.

Le olimpiadi sono finite e ci hanno lasciato spero un bel ricordo.

Quale miglior palco sono le olimpiadi per spiegare cosa c’è dietro una vittoria, non solo la potenza agonistica, l’impegno, il sacrificio ecc… così vorrei sottolineare il rapporto fra l’atleta e il suo allenatore o coach, perché mi occupo di coaching talvolta personale ma sovente per le aziende.

Le olimpiadi mi danno l’occasione di parlare con similitudini che tutti possono comprendere, mi spiego meglio; il centometrista BOLT o il nuotatore PHELPS sono sicuramente delle stelle fuori dal comune, come si dice dei “FUORICLASSE”.

Tutti gli altri atleti, penso, hanno lavorato moltissimo per arrivare al top, e per fare ciò si avvalgono di un’ allenatore, un coach appunto.

Una delle scene che non mi ha sorpreso e che vorrei sottolineare è quando, alla fine della gara e ancora meglio in caso di vittoria, l’atleta ha sempre cercato i suoi familiari ed il suo coach, la famiglia è sicuramente un sostegno ma anche un luogo dove riposarsi, concentrarsi, ricaricarsi e soprattutto è un luogo “sicuro” quello che si dice “una zona di confort”. Pensate, in mezzo ad un grande stadio colmo l’atleta sa dove sono i suoi.

Le olimpiadi ci propongono gare di squadra e gare di singoli atleti, per questi mi viene in mente la ELISA RIGAUDO (3° nella marcia 20km): il suo primo pensiero è stato verso il marito ed il coach che durante la gara gli ricordava di pensare con la testa e correre con i suoi tempi, alla distanza ha potuto riprendere gli avversari che partite veloci sono poi scoppiate. Nel coaching personale si tratta di non pretendere risultati sopra le forze della persona ma di avere una costanza di risultati, ovviamente per poi migliorarli a poco a poco.

I tiratori sono l’immagine della calma e della concentrazione sui risultati, mi ha sorpreso quando il tiratore americano dopo essere stato per tutta la gara in testa all’ultimo tiro ha sparato fuori centro, si è giocato tutte le medaglie oro, argento, bronzo. quale esempio se non quello che la gara finisce sempre dopo il fischio finale, l’impegno e la concentrazione non deve abbassarsi mai deve persistere sino alla fine.

Cito per cronaca alcuni tiratori italiani: CHIARA CAINERO oro, FRANCESCO D'ANIELLO argento, GIOVANNI PELLIELO argento, l’ ITALIA argento (tiro con l’arco)

Ed infine il secondo posto della canoista JOSEFA IDEM, è seconda per alcuni millimetri ma è contenta, ha 44 anni e ha espresso subito quali sono i suoi valori: sicuramente lo sport ma soprattutto i sui figli. Quale perla ci trasmette se non che il lavoro, la famiglia, gli amici ecc sono parte integrante di tutti noi e non è il caso di trascurare i valori e le attenzioni, dobbiamo migliorarci e conoscere quali sono le nostre aree di miglioramento personali.

Un risultato non si improvvisa, bisogna costruirlo poco alla volta.

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Oggi inizio una nuova vita

"Oggi lascio cadere la vecchia pelle che aveva troppo a lungo sofferto i lividi del fallimento e le ferite della mediocrità.
Oggi torno a rinascere e il mio luogo di nascita è un vigneto dove c'è frutta per tutti.Oggi coglierò acini di saggezza dalle viti più alte e più ricche del vigneto, quelle che furono piantate dai più saggi esperti della mia professione, venuti prima di me, generazione dopo generazione."
tratto da uno scritto di OG MANDINO

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